Calabria


La Regione Calabria


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Regione Calabria, turismo, mare e buon cibo

Calabria (antica Calàvria). Regione dell'Italia, la più meridionale della parte peninsulare, ben delimitata nei suoi caratteri sia fisici che geografici, anche se, in qualche particolare, il confine amministrativo con la Basilicata non segue perfettamente quello geografico; infatti a Nordovest è stata assegnata alla parte del bacino della fiumara Noce, mentre le è stata tolta la zona dell' alto corso del fiume Lao, e a Nordest le è stata assegnata una parte del bacino del Sinni; così delimitata a Nord, la Calabria, chiusa a Ovest dal Tirreno, a Est e Sud dallo Ionio, ha una superficie di 15.080 kmq, con una popolazione residente di 1.988.051 abitanti (densità 131 ab./kmq).

La Calabria ha un rilievo molto montuoso, con zone pianeggianti marginali poco estese; a Nord il gruppo del monte Pollino (m 2248) si allaccia all'Appennino Lucano ed è costituito di calcari e calcari dolomitici con scarsa circolazione superficiale, vegetazione addensata nei fondo valle e sulle basse pendici dei monti; dal Pollino si stacca la catena costiera, molto spostata verso il Tirreno, lunga circa 80 km; a Est di questa si innalza il massiccio granitico della Sila, che giunge fino ai 1929 m di altezza con il monte Botte Donato, con forme sommitali piuttosto arrotondate e un versante sudoccid. alquanto ripido; a Nordest, invece, la Sila discende verso la valle del Crati e il Marchesato di Crotone con forme poco acclivi, morfologia dovuta ai calcari, alle arenarie e alle argille plastiche del Terziario, che costituiscono anche la regione pianeggiante verso lo Ionio, la più estesa della Calabria.



Mentre in questa zona si ha la massima larghezza della regione (80 km fra Punta Alice e Capo Bonifati), immediatamente a Sud della Sila si ha il massimo restringimento (32 km fra i golfi di Sant'Eufemia e di Squillace) con una depressione del rilievo (valico di Marcellina, m 250). Più a Sud si ha un altro gruppo granitico paleozoico, Le Serre (m 1420), mentre verso O si distacca il monte Poro (m 700) sopra Nicotera; all' estremità meridionale si innalza infine il rilievo dell' Aspromonte, grande acrocoro costituito da gneiss e micascisti paleozoici, che giunge con la cima di Montalto ai 1956 m di alteza, caratterizzato dalle varie fiumare che ne discendono a raggiera e dai terrazzamenti, particolarmente abbondanti a Sud e Nordovest.

Le coste sono generalmente più basse sullo Ionio, anche se le spiagge non mancano anche sul Tirreno: caratteristica della Calabria è la mancanza di isole.

Il clima è di tipo mediterraneo; ma, data la configurazione della regione, varia molto con il rilievo; la temperatura è mite, con escursioni non eccessive, che tendono a diminuire procedendo verso S: 14°C a Tropea, 19°C a Cosenza, che diventano 30°C sulla Sila e sull' Aspromonte; la piovosità media annua è di 900 mm a Crotone e a Reggio Calabria , molto concentrata nel semestre invernale; sui rilievi aumenta molto, e giunge ai 1800 mm sul Pollino e sulla Sila, ai 1400 mm sull'Aspromonte, più equamente distribuita durante l'anno, e in forma nevosa in inverno; i venti prevalenti sono quelli occidentali.

L'idrografia è determinata dalla posizione dello spartiacque, fortemente spostato verso il Tirreno; infatti tutti i fiumi più lunghi, con bacino maggiore e con regime più regolare, sono quelli del versante ionico (Crati, Neto, Tacina), che hanno anche maggiormente alluvionato le valli con depositi fertili; quelli del versante tirrenico, che sono anche i più alimentati (venti occidentali), hanno invece le portate medie maggiori (Lao 4,8 m/sec contro i 3,3 del Crati), con regimi estremamente irregolari, e costituiscono le caratteristiche fiumare calabresi; mancano grandi laghi: i maggiori sono l' Arvo e l'Ampollino, artificiali.

Gli estesi affioramenti di rocce granitiche, gneissiche e scistose, oltre a dare alla una morfologia decisamente diversa dal resto dell'Italia meridionale con i terreni derivanti dal loro disfacimento, alimentano una flora anch' essa caratteristica e decisamente più varia rispetto alle regioni vicine; nella zona litoranea si hanno associazioni sempreverdi spontanee di mirti, lentischi, oleandri (macchia mediterranea), e anche specializzate (agrumeti, uliveti), con essenze subtropicali acclimatate (fichi d'India, agavi, banani); si hanno quindi colture promiscue, con cereali, viti, frutteti, uliveti, e una zona di estesi castagneti; al di sopra si passa alle conifere e agli alti pascoli.

La popolazione vive quasi esclusivamente accentrata, secondo l'uso meridionale; nei secc. XVIII e XIX si ebbe un forte incremento demografico, tale da provocare, dalla fine del secolo scorso, una fortissima emigrazione: si calcola che nei primi 15 anni del secolo siano emigrati oltreoceano circa 600.000 Calabresi; tuttavia la natalità è restata elevatissima, e negli ultimi anni è del 30%, con un' eccedenza del 20% rispetto alla mortalità.

Dal punto di vista amministrativo la Calabria si divide in cinque province: Reggio di Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia.

La struttura economica è agricola; ma si deve dire che nel complesso è arretrata per varie ragioni, molte delle quali puramente geografiche (distanza dai mercati e dalle zone produttive, sia italiane che europee); da alcuni anni a questa parte si sta cercando di migliorare la situazione, accelerando il progresso naturale, sia con la grande opera di bonifica (piane del Crati e di Sant'Eufemia) e con il rimboschimento della Sila, che con la meccanizzazione dell'agricoltura, la distribuzione dei fertilizzanti, l'istruzione dei giovani contadini.

Lo sforzo è diretto anche a migliorare le comunicazioni; nel 1910 c'erano 3500 km di strade, oggi 14.329; ma la carenza, specie a livello comunale, è ancora forte. Profonde modifiche ha subito pure la proprietà terriera: il latifondo, connesso alla scarsa produttività dei terreni e alla diffusione della malaria, sta ora scomparendo, sostituito da varie forme di conduzione: in genere si tratta di grandi affittanze, come è avvenuto nella zona di Sibari, o di spezzettamenti della proprietà, che però hanno portato nelle zone montane alla rovina del suolo agrario, per lo sfruttamento eseguito irrazionalmente, con metodi primitivi.

La superficie produttiva è il 93,3% della totale, ma le rese medie sono inferiori a quelle del resto dell'Italia. I seminativi coprono 363.339 ha, il frumento ne occupa 149.409, con una produzione di 2,4 milioni di q, pari a 16,2 per ha; 239.892 ha sono dedicati alle colture legnose, agrumeti e oliveti soprattutto; la vite è in buona ripresa; nelle zone intorno ai 1000 m di alt. si trovano i castagneti, la cui produzione è la seconda della penisola, dopo quella toscana; il patrimonio boschivo (abete, pino, faggio) dà una discreta produzione ed è in atto il rimboschimento di varie zone.

Buono il patrimonio zootecnico che nel 2005 contava 180.000 bovini, 291.000 suini, 376.000 ovini e 119.000 caprini; questi ultimi sono diminuiti recentemente per la crisi della pastorizia montana, mentre sono in aumento i bovini (importati). Gli animali sono generalmente tenuti bradi nella zona dell' Aspromonte, dove è praticata la transumanza. Industrie legate all'attività rurale sono la olearia (4.068.000 q di olive oleificate, 78.900 t di olio prodotto), la molitoria (Gioia Tauro, Gerace, Palmi, Nicastro), con esportazione; si esportano pure arance e chinotti, con produzione massima nel Reggino, dove alimentano anche l'industria profumiera (bergamotto).

La maggiore industria della regione è tuttora quella chimica di Crotone, dove si producono acido solforico, ammoniaca sintetica e superfosfati da materie prime locali, e si estrae zinco da minerali sardi. Industrie minori sono quella forestale (Sila e Aspromonte), la pesca del tonno a Pizzo e del pesce spada a Palmi e Villa San Giovanni; le attività industriali sono destinate ad aumentare, essendo entrate in funzione le due nuove centrali idroelettriche di Arvo e di Ampollino; in complesso la Calabria ha 73 centrali idroelettriche e 25 termoelettriche con una produzione totale di energia di 1.960.500.000 di kWh.

Le risorse minerarie non sono abbondanti: si estrae una certa quantità di salgemma a Lungro, e per il resto si hanno solo cave di materiali da costruzione e di qualche varietà di granito decorativo. Del tutto esigui i giacimenti limonitici del monte Pecoraro, che alimentarono nel secolo scorso gli stabilimenti siderurgici di Mongiana.

La popolazione dedita al commercio è una frazione molto bassa, e per la maggior parte impiegata in aziende minute, specialmente negozi di alimentari. La configurazione accidentata della ha ostacolato lo sviluppo di una rete di comunicazioni efficiente; le maggiori ferrovie sono quelle litoranee che congiungono Reggio con Napoli e con Taranto, con alcune trasversali (Paola-Sibari, Sant'Eufemia-Catanzaro), e alcune interne (Cosenza-Catanzaro), spesso con scartamento ridotto.





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