Feste Religiose in Calabria


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Feste religiose in Calabria


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Feste e Folklore in Calabria

In Calabria e in Sicilia, i protagonisti delle processioni profane, e di alcune feste religiose sono i giganti e le gigantesse. Queste figure, di origine spagnola, sono enormi fantocci formati da una struttura di legno e vestiti con abiti, con la testa di cartapesta.

I giganti vengono portati in processione con un effetto molto singolare, perché questi pupazzi hanno gambe molto corte rispetto alla loro mole. I giganti camminano, ballano, fanno degli inchini, corrono e solitamente sono preceduti sbandieratori e da cavalli rappresentati da una persona che indossa una testa equina.

A Seminara, durante la Festa della Madonna dei poveri e a Palmi in provincia di Reggio Calabria, durante la Festa di San Rocco, giganti e gigantesse sono protagonisti come in altre località nei pressi Reggio Calabria, ma probabilmente un tempo i giganti erano presenti in molte altre località in rappresentanza degli antenati fondatori delle comunità: ecco perché si tratta sempre di una coppia formata da un uomo e da una donna.


nelgi anno alcune di queste figure sono state inserite nella tradizione religiosa, arrivando a rappresentare Sansone, o San Pietro, oppure i dodici apostoli. A Palmi nel mese di agosto si festeggia San Rocco, il santo che guariva i malati di peste, nel XIV secolo. Gli abitanti di Palmi sono devoti totalmente al santo, e nel giorno della sua festa nel santuario riecheggiano canti, tramandati nei secoli, coi racconti della sua vita Est dei suoi miracoli. Ai piedi della statua del Santo gli abitanti pongono, parti corporee risanate, modellate in cera.

Durante la processione, che dura un giorno intero, gli "mbuttari" portano il santo a spalla, preceduti dagli "spinati", uomini scalzi con un mantello di spine a forma di campana, che avvolge tutto il corpo, chiamato "spalas", e le donne portano una corona di spine sul capo. Durante questo "crudo" rituale gli spinati finiscono per infilarsi le spine nella carne facendo uscire copioso il sangue, come in un rito sacrificale.

A Scalea in provincia di Cosenza si celebra la Madonna del Carmine, patrona della città, che salvò gli abitanti da una terribile epidemia di colera, nell'Ottocento. I festeggiamenti vengono svolti in un clima di grande solennità: il sindaco porta un cero votivo con spighe di grano e rami di ulivo, come simbolo di prosperità e abbondanza, e una processione attraversa tutte le vie di Scalea. Le donne indossano le caratteristiche "cinte" sul capo, piccoli telai di legno con candele, donate alla Madonna come ringraziamento.

A San Sosti in provincia di Cosenza durante la processione in onore della Festa della Madonna del pettoruto i credenti gettano delle pietre nel fiume: simboleggiando con questo atto, il buttare via i peccati, rappresentati dai sassi. Dopo questo rito si svolgono pranzi all'aperto, con musiche di fisarmoniche e di "tamburini", cioè di tamburelli. Il nome "pettoruto" nasce dalla pietra di tufo, chiamata in Calabria "petruto", nella quale è rappresentata l'immagine della Madonna