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Archeologia in Calabria, Locri e i Bronzi di Riace



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Archeologia in Calabria, Locri e i bronzi di Riace

La colonia di Locri venne fondata dai Greci nel 670 a.c. presso capo Bruzzano in antichià Zefirio, zona meno ostile di altre perchè riparata dal vento dell'ovest, poi fu spostata anche sulla collina a nord. Fu Zaleuco che diede alla luce le prime leggi scritte di tutto il mondo greco. L'agglomerato urbano è cinta da un lungo perietro murario, diviso a metà dalla via principale, parallela alla costa.

Appena entrati nella zona archeologica si può osservare il tempio di Marasà, santuario più volte rifatto: i resti del tempio ionico del 500 a.c., aveva sette colonne sul frontone e 17 sui lati. Dall'interno del tempio sono state rinvenute le statue in marmo con due Dioscuri a cavallo, opera fra le più suggestive opere in Italia custodita oggi al museo di Reggio di Calabria.

Nei pressi della costa è presente il complesso delle Cento Camere, costituito da un portico con molti piccoli ambienti che si affacciano su un grande cortile, che contiene centinaia di pozzetti con oggetti votivi. All'interno di questo santuario dedicato ad Afrodite, esercitavano la propria professione dentro le stanzette, le prostitute sacre. Una volta dismessa, la zona fu occupata da una fornace per la ceramica trasformando il comprensorio in un quartiere commerciale che produceva sculture per frontoni, statuine e tavolette in terracotta Est specchi di bronzo in stile ionico.


Più a nord, sorgeva in posizione pittoresca il teatro grecoromano, che conteneva circa 5.000 spettatori. Al suo interno sono presnti i resti della casa Marafioti, costrutita sulle tracce del santuario Marafioti, dedicato a Giove Olimpico. all'interno di una teca in pietra sono state rinvenute le tavolette bronzee dell'archivio del santuario. Nella parte più interna è situato il santuario di Persefone, custode delle tavolette votive in terracotta dette pinakes, decorate a rilievo con rappresentate scene del culto della dea, in esposizione con altri reperti nel locale Antiquarium.

Nudi D'Autore
I famosissimi bronzi di Riace, sono oggi esposti al Museo nazionale di Reggio di Calabria, furono ripescati nel 1972 nelle acque di Porto Farticchio, nei pressi di Riace Marina poco distante da Locri. Dopo un lungo restauro, le due grandi statue maschili ("il Vecchio" e "il Giovane") sono state considerate quali offerte agli Dei da parte di vincitori dì gare olimpiche.

Prodotte nel V sec. a.c., armoniose nelle forme anatomiche, sono prive di alcuni elementi, quali lo scudo e l'elmo. Vengono considerate le maggiori opere originali in bronzo dì artisti greci finora pervenuteci. Non è comunque ancora certo chi sia lo scultore di tali opere: si parla di Fidia, l'autore dei fregi del Partenone di Atene; Oppure Cresila di Cidonia, o ancora Pitagora da Rhegion