I dialetti del Lazio presentano caratteristiche
comuni al sistema dialettale dell'Italia
centromeridionale, nel quale vengono
generalmente compresi: la metafonesi
esercitata da i e ii finali (per esempio, dénte
«dente ", .. plurale diénti; maschile
viécchiu, femm. vecchia);
l'assimilazione di nd a nn (prenni "prendi"),
di mb, nv a mm (palomma "colomba"),
di ld a Il (callo "caldo"), la
rotacizzazione di l preconsonantica (arto
"alto"); nella morfologia si
hanno le forme pronominali me, te, se ce
in luogo di mi, ti, si ci (me fai, se
vede), il condizionale in ia (volatia
"vorrei "), e l'infinito
apocopato (portà "portare",
veni "venire").
Tra i dialetti laziali, un posto a parte
occupa il Romanesco, che
dagli inizi del sec. XVI è andato
differenziandosi sempre più dai dialetti
laziali, avvicinandosi al toscano per
influsso della lingua letteraria.