Il folclore della Valle d'Aosta
rappresenta di gran lunga il carattere
montanaro della regione. Le feste più
caratteristiche sono quelle di Carnevale,
che un tempo segnava la fine del
lungo inverno con il suo isolamento e l'inizio
della bella stagione.
A Saint-Rhémy-en-Bosses si festeggia il Carnevale della
"Coumba Freida", ovvero
della vallata fredda. Secondo alcuni,
l'evento è connesso al passaggio di
Napoleone sul colle del San Bernardo. Secondo
altri, è collegato al matrimonio di due "Toques",
e cioè due celebrolesi, non più giovanissimi.
Gli abitanti del paese, un po'
imbarazzati dalla loro età e dal loro stato,
festeggiarono l'evento indossando abiti strani.
E così, oltre alle
tradizionali maschere, appaiono
anche Napoleone, il "Toc"
e la "Tocca", le
figure dei Neri e dei Bianchi simboleggianti le scure notti invernali e
le chiare serate estive; e quelle dei
Rossi, dei Blu, dei Verdi e dei Viola,
ovvero gli stessi colori dei fiori
negli alpeggi. Non mancano il direttore
della festa in maschera, chiamato "le
guide", e l'orso col
suo figlioletto, che simboleggiamo la fine
del letargo e l'inizio del primo caldo.
Nonché i "joueurs",
che suonano sassofoni e fisarmoniche.
Da citare la famosissima "bataille des
reines", la battaglia delle
mucche regine, che si svolge ad Aosta da secoli, ma anche una "bataille
des chèvres", che si svolge a Perloz dal vent'anno orsono, quando gli allevatori, scendendo dagli alpeggi, decisero di fare
una fiera delle capre primaria
nell'economia della valle e con questa
manifestazione si intende sottolinearlo.
Alla gara concorrono tre categorie di
capre: suddivise in ordine di peso e anche di età (una delle categorie è quella delle capre nane definite le bime) .
Durante l'anno si svolgono diverse
eliminatorie regionali, che selezionano
le capre migliori per la fase finale. Le capre si
affrontano a cornate, in modo cruento,
finché la sconfitta si allontana.
I combattimenti sono seguiti dai
partecipanti che tifano, urlano e scommettono: la
vincitrice, cioè la capra che ha
eliminato più avversarie, riceve come
premio il "tchambis",
un collare di acero o noce, intagliato a
mano e col tipico campanaccio.