San Giorgio Maggiore


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San Giorgio Maggiore, Venezia


San Giorgio Maggiore a Venezia, la Chiesa sull'acqua


Il Palladio, di cui fan parte la Chiesa di San Giorgio Maggiore, la Chiesa delle Zitelle e la Chiesa del Redentore, diede unitarietà al grande specchio d'acqua del bacino di San Marco. La facciata della chiesa di San Giorgio Maggiore è bianca e si staglia contro il cielo basso della laguna, con il suo alto campanile, venendo in qualche modo a richiamare una sorta di seconda piazza San Marco che galleggia sulle acque.




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La Chiesa di San Giorgio Maggiore fa parte di una abbazia benedettina risalente al X secolo e sorta nell'isola di San Giorgio, progettata dal Palladio nel 1566 e terminata postuma rispetto all'autore soltanto nel 1611.


L'autore volle concepire la costruzione come una parte integrante e ben racchiusa del paesaggio acquatico veneziano, in modo che la Chiesa apparisse come un fondale bianco, sullo sfondo del cielo e dell'acqua, appena in contrasto grazie alle alte colonne della facciata.


Il Palladio cerca un effetto cromatico che si rispecchia nella decisione di costruire la facciata e la cupola in modo che si staglino bianchissime sia nel ciele che nel mare, con lo sfondo di mattoni rosati che ben si intona nel complesso.


La luminosità sia esterna che interna è una delle altre caratteristiche principali della Chiesa di San Giorgio Maggiore. Le grandi finestre lasciano scorrere una luce naturale forte sul presbiterio, ma anche nel lungo transetto e nella corta navata.

L'intensità luminosa dell'esterno della chiesa risponde al concetto di funzionalità non solo religiosa ma anche civile che la chiesa assunse, in modo da inserirsi razionalmente nel contesto paesaggistico urbano.


Il monastero benedettino di San Giorgio Maggiore, risalente al secolo X, venne ricostruito a partire dalla metà del Quattrocento. Esso comprende il Chiostro del Palladio, il Refettorio, il Chiostro dei cipressi, lo Scalone e la biblioteca del Longhena. Nel 1951 il complesso viene acquisito dalla Fondazione Giorgio Cini, che l'ha nuovamente ristrutturato, trasformandolo in rinomato centro di studi internazionali sull'arte.