Abitato alle origini dai Liguri,
poi da genti veneto illiriche, nel
400 a. C. il Friuli fu invaso dai Celti.
L'importanza della regione si accentrò
in Aquileia, colonia romana
fondata nel 181 a. C. divenuta poi sede
vescovile.
Dopo la distruzione totale di Aquileia (452) da parte degli Unni, il
centro si spostò a Cividale (Forum Iulii), in seguito invasa dai Longobardi.
nel sec. VII gli Avari ebbero un
breve periodo di sopravvento. Alla caduta
di Desiderio, molti Longobardi del Friuli, guidati da Rotgaudo,
dopo aver tentato inutilmente di
ribellarsi, si rifugiarono in Baviera o presso gli Avari.
nella regione, organizzata come marca, Cividale si trasformò in
semplice contea compresa nella marca
di Verona che venne poi annessa da Ottone
I alla marca di Carinzia.
Per la sua posizione strategica Aquileia crebbe d'importanza e uno Stato
aquileiense si costituì nel 1077 e
resse fino al 1420, promovendo il sorgere
di comuni.
I Veneziani allora,
approfittando delle rivalità esistenti
tra Udine, Cividale e i da
Carrara, occuparono le due città e,
alla morte dell'ultimo conte di
Gorizia, Leonardo (1500),
tesero all'unificazione della regione in
funzione antiasburgica, aggiungendovi le
terre goriziane.
La dominazione veneziana diede
forte impulso alla regione che venne poi
ceduta all' Austria con il trattato
di Campoformio (17 ott. 1797); dal
1804 al 1815 fece parte del Regno
d'Italia; dal congresso di Vienna fu assegnata al vicere austriaco del Lombardo-Veneto,
ma mostrò la sua insofferenza per il
dominio asburgico durante tutto il Risorgimento attraverso congiure e insurrezioni.
Al termine del primo conflitto
mondiale tutta la regione venne
annessa all'Italia; con i trattati di
pace della seconda guerra mondiale alcuni
territori friulani sono stati ceduti alla Iugoslavia.
Nel 1964 tutta la regione ha ottenuto
l'autonomia amministrativa.
Il 6 maggio 1976 il Friuli è stato
sconvolto da un terremoto di
proporzioni catastrofiche: i morti e
i dispersi sono stati più di mille; i
feriti, alcune migliaia; i senzatetto,
molte decine di migliaia.
I danni
economici sono stati incalcolabili:
intere cittadine sono state rase al suolo
o hanno subito danni ingenti: Gemona,
Buia, Maiano, Osoppo, Cormino, Lusevera,
Sequals, Farla, Tarcento, San Daniele,
Forgaria, Pinzano, Vito D'Asio,
Castelnuovo, Colloredo, Magnara Venzone,
ecc. Lo slancio di generosità degli
italiani ha permesso allo Stato ed alle
popolazioni locali di avviare subito
l'opera di ricostruzione.