Tutte le informazioni sul Rifugio Franco Allavena a Pigna
Situato in località Colla Melosa (comune di Pigna, Imperia), raggiungibile tutto l'anno in automobile su strada asfaltata, il rifugio è dotato di 70 posti in letti a castello, suddivisi in 2 camere da 6 letti, 3 camere da 10 letti ed 1 camerone da 28 letti. È richiesto l’utilizzo di sacco a pelo o sacco lenzuolo, in vendita anche presso il rifugio.
Sono presenti servizi igienici, docce con acqua calda e riscaldamento d'inverno. All'interno vi è un bar dotato di ogni genere di conforto. Presso il rifugio è possibile inoltre affittare sci, scarpette e racchette (ciaspole) da neve.
Il rifugio ha un ristorante con 80 coperti e offre un’ottima cucina casalinga regionale; è aperto al pubblico tutti i giorni ed è gradita la prenotazione.
Inaugurato nel Ottobre del 1977, venne intitolato alla figura di Franco Allavena da poco scomparso. La pista di sci di fondo funzionò al meglio, vennero organizzate delle gare, ed in seguito venne ampliata costituendo un anello della lunghezza di 5 km. Nel corso degli anni le presenze a Colla Melosa furono sempre più frequenti e numerose, sia di sciatori che di escursionisti e si rese quindi necessario ampliare la ricettività e la possibilità di dare un servizio più accurato e tecnico agli sciatori.
Nacque così il centro fondo Caldi Nello, dotato di attrezzatura da noleggio, e prese corpo il progetto per il nuovo rifugio sfruttando una vecchia caserma nelle immediate vicinanze dell'attuale rifugio Allavena che venne inaugurato il 3 Settembre 1994
Come arrivare al Rifugio Franco Allavena a Pigna
In macchina:
• Dall'uscita autostradale di Bordighera prendere per la Via Aurelia in direzione Ventimiglia per circa 4 km. All'incrocio per la Valle Nervia S.P. 64, seguire le indicazioni per Dolceacqua, Pigna Colla Melosa. 1 ora.
• Dall'uscita autostradale di Arma di Taggia seguire per la Valle Argentina in direzione Taggia S.P. 548, Molini di Triora, prima di entrare nel paese sulla sinistra seguire le indicazioni per Colla Melosa. 1 ora.
A piedi:
• Per sentiero da Buggio (mt 445): raggiunto il paese con autobus di linea da Ventimiglia, si snoda un bel sentiero tra un bosco di Lecci, Pini e Larici in 3.30 ore si raggiunge Melosa quindi il rifugio, cartelli in legno, segni C.A.I. rossi e bianchi. Difficoltà E/EE. Sempre da Buggio subito dopo l’abitato dopo un tornante, sulla destra di snoda un sentiero più impegnativo e faticoso, ma molto bello e suggestivo che attraversa un torrente con facili salti di roccia ed in 4 ore si raggiunge il rifugio, segni C.A.I. bianchi e rossi. Difficoltà E/E.
Itinerari e sentieri nei pressi del Rifugio Franco Allavena a Pigna
1) Monte Toraggio
Sentiero degli Alpini: dislivello: 600 metri circa, all'andata, 230 metri circa al ritorno - tempo complessivo: 5-6 ore - difficoltà: per escursionisti esperti - materiale utile: cordini e moschettoni per assicurarsi ai cavi d'acciaio (verificarne sempre la tenuta). Un percorso ad anello vario e panoramico, l'itinerario più classico e frequentato della zona. Fu costruito, tra il 1936 e il 1938, per scopi militari al fine di evitare l'artiglieria francese appostata sul versante occidentale della Val Roja.Dalla Colla Melosa (1540 m) si segue la sterrata che sale verso il Monte Grai per circa 600 metri fino ad incrociare un sentiero a sinistra segnalato da un triangolo rosso. La traccia taglia in piano e poi risale per un breve tratto (corde metalliche) ed attraversa l'alveo roccioso di un ruscello. Dopo un altro tratto in salita si attraversa un altro ruscello e si prosegue fino ad arrivare ad un bivio dove si prende a sinistra, scendendo verso il Sentiero degli Alpini. Si passa davanti ad una fonte sotto le prime bastionate rocciose e si continua in piano attraversando una piccola galleria. Il sentiero prosegue tagliando le bastionate inferiori del Pietravecchia con saliscendi, tratti scavati nella roccia e altri franati, attrezzati con cavi metallici. Con una serie di tornantini si raggiunge la Gola dell'Incisa (1685 m), stretto intaglio sulla cresta di confine tra il Toraggio ed il Monte Pietravecchia. Rimanendo sempre sul versante italiano si prosegue sul sentiero pianeggiante che taglia i fianchi orientali del Toraggio (passaggi esposti attrezzati con cavi d'acciaio). Giunti ai prati del versante sud si scende leggermente per poi prende a sinistra un sentiero che sale a tornanti (segnavia bianco e rosso dell'Alta Via dei Monti Liguri). Si raggiunge velocemente il Passo di Fonte Dragurina (1810 m) dove si lascia l'Alta Via dei Monti Liguri, per salire direttamente verso la cima occidentale del Monte Toraggio. Salendo per una ripida traccia si entra in un vago canale che si apre tra le rocce terminali, si superano alcuni gradini rocciosi e si guadagna la vetta. Ritornati al Passo di Fonte Dragurina si prende verso destra l'Alta dei Monti Liguri che ci porta sul versante francese. La mulattiera passa vicino alla Fonte Dragurina (non perenne) e poi taglia in lieve discesa i fianchi nord-occidentali del Toraggio. Costeggiando la cresta nord si ritorna alla Gola dell'Incisa e da qui si prosegue in salita lungo l'Alta Via dei Monti Liguri che aggira ad ovest il Monte Pietravecchia. Giunti al Passo della Valletta (1918 m) si scende sul versante opposto e si ritorna a Colle Melosa sulla vecchia strada militare.
Cresta nord ed traversata alla cima occidentale: dislivello: 300 metri circa dalla Gola dell'Incisa - tempo di salita: 1.30 2 ore dalla Gola dell'Incisa - difficoltà: è un itinerario che richiede un minimo di esperienza alpinistica perché non è segnalato e si svolge su terreno impervio con passaggi esposti e di difficoltà fino al II grado nella traversata dalla cima orientale a quella occidentale - materiale utile: corda, fettucce e moschettoni. Il percorso totalmente privo di segnavia e di cavi d'acciaio. Per giungere alla Gola dell'Incisa seguire l'itenerario precedente, il sentiero degli Alpini, fino alla Gola dell'Incisa. Giunti alla gola si prosegue per qualche centinaio di metri verso sud sulla mulattiera che da sul versante francese, quindi si piega a sinistra per raggiungere il filo della cresta. Inizialmente la cresta è costituita da rocce ed erba, in seguito diventa più articolata. Ad est precipita verticale, mentre ad ovest degrada più dolcemente con uno stupendo bosco di larici. Seguendo più o meno fedelmente il filo dei crinale si giunge ad un ripiano erboso ai piedi della parete terminale. Si sale verso destra guadagnando la cima orientale del Monte Toraggio. Dalla cima si scende facilmente verso sud ovest fino ad un intaglio, da qui si segue la cresta rocciosa fino alla cima ovest. Il ritorno segue il sentiero degli Alpini.
2) Monte Pietravecchia
Il Sentiero alto e la rampa della via Salesi: difficoltà: EE - dislivello: 600 m circa - tempo di salita: 2.30-3 ore - materiale utile: imbragatura, cordini e moschettoni a ghiera, per assicurarsi ai cavi d'acciaio.
L'itinerario si snoda alcune centinaia di metri più in alto del Sentiero degli Alpini e le sue difficoltà sono di poco superiori a quelle di quest'ultimo. Il percorso è segnalato ed i tratti più esposti sono stati attrezzati con cavi d'acciaio. Da Colle Melosa seguire la pista sterrata per circa mezzo chilometro, fino ad imboccare a sinistra un sentiero (triangolo rosso), che dopo un primo tratto in piano scende ripido attraversando l'alveo roccioso di un ritano. Si continua a salire fino ad un bivio e si prende a sinistra per il Sentiero degli Alpini, costeggiando il fianco roccioso, si raggiunge una fontana che sgorga dalla roccia. Subito dopo la fonte si lascia il Sentiero degli Alpini per prendere a destra un sentiero (triangolo rosso) che prende a salire con dei tornantini. Si continua verso ovest superando alcune cenge rocciose (cavi d'acciaio) per poi tagliare i pendii erbosi sotto le pareti superiori del Pietravecchia. Si lascia a destra l'attacco della via ferrata "Agostino Mauro", si supera un dosso erboso, oltre il quale si trova la partenza della via ferrata "Fratelli Carminati" e si prosegue in piano per un breve tratto. Il sentiero comincia a salire lungo un costone aggirando un secondo dosso dove si lascia il sentiero principale e si prende a destra una traccia che sale obliquamente tra le rocce. La traccia è interrotta da una piccola parete attrezzata con fittoni e cavo d'acciaio. Superata la paretina si prosegue agevolmente raggiungendo velocemente il dorso sommitale. Da qui si comincia a scendere lungo il costone orientale fino ad un'ampia sella (1740 m) dove si imbocca a sinistra un sentiero, che taglia in diagonale tra i larici dei versante nord-est. Si supera un tratto roccioso e si raggiunge la strada sterrata che ci riporta a Colle Melosa.
Monte Pietravecchia da nord est: dislivello: 400 metri circa - tempo di salita: 1.30 1.45 ore - difficoltà: per escursionisti medi, un breve tratto esposto attrezzato con cavo d'acciaio richiede un minimo di attenzione. Dalla Colla Melosa (1540 m) si segue l'ex strada militare che sale verso il Monte Grai, giunti al primo tornante (1660 m) si abbandona la sterrata per prendere a sinistra un sentiro che taglia in piano un versante ripido e roccioso (i tratti più esposti sono attrezzati con cavi d'acciaio). Arrivati ad un bivio si prende a destra la diramazione che sale a tornanti nel bosco, lasciando il sentiero che scende a sinistra verso il Sentiero degli Alpini. Si continua sulla vecchia strada militare fino a giungere ad un altro tornante. Si tralascia la rotabile e si prende a sinistra in piano per poi risalire ad un'ampia sella. Si prosegue tagliando verso nord ovest fino ad incrociare, nei pressi dei Passo della Vailetta, una traccia di rotabile che sale verso la vetta dei Pietravecchia. Giunti sulla dorsale orientale si può abbandonare la stradina che prosegue sul versante nord e salire direttamente per il sentiero che fiancheggia il bordo delle bastionate meridionali e giunge in breve sulla panoramica cima del Pietravecchia.
Monte Pietravecchia per lo sperone nord ovest: dislivello: 350 metri circa dalla Gola dell'Incisa - tempo di salita: 11. 15 1.30 ore dalla Gola dell'Incisa - difficoltà: per escursionisti esperti; il primo tratto dello sperone non è segnalato, mentre nella parte alta ci sono i segnavia ma si deve superare un breve tratto su roccia. Da Colle Melosa seguire la pista sterrata per circa mezzo chilometro, fino ad imboccare a sinistra un sentiero (triangolo rosso), che dopo un primo tratto in piano scende ripido attraversando l'alveo roccioso di un ritano. Si continua a salire fino ad un bivio e si prende a sinistra per il Sentiero degli Alpini, costeggiando il fianco roccioso, si raggiunge una fontana che sgorga dalla roccia e si prosegue fino ad arrivare sotto la Gola dell'Incisa (1685 m). Da qui si sale verso nord lungo l'Alta Via dei Monti Liguri e, giunti sullo sperone nord ovest del Pietravecchia, si lascia il sentiero e si segue la cresta fino ai piedi della parete rocciosa sommitale. Si prende a sinistra seguendo i segnavia rossi, si superano alcuni brevi passaggi su roccia, si raggiungono i pendii boscosi del versante nord e, proseguendo verso destra si giunge alla vetta.
3) Balconi di Marta
Itinerario in auto
È percorribile con cautela con un normale automezzo, purché non a fondo basso. Imboccare la strada sterrata ex militare che parte da Colla Melosa e conduce, dopo parecchi tornanti, al Rifugio Monte Grai (CAI di Ventimiglia), prestando particolare attenzione in corrispondenza dei dossi creati per lo smaltimento dell'acqua piovana che si incontrano lungo il percorso.
Superato il rifugio proseguire sulla strada che diventa pressoché pianeggiante fino ad incontrare un bivio, in corrispondenza del quale si trova il confine.
Imboccare quindi la diramazione di sinistra (territorio francese) e proseguire sullo sterrato che a tratti diventa molto accidentato (buche e roccia che affiora dalla strada) fino ai ruderi dei Baraccamenti di Marta, dove occorre lasciare l'auto. Da qui il Balcone di Marta è visibile in direzione ovest/sud-ovest al di là di una conca. Proseguire a piedi sulla strada che si dirama sulla sinistra, dietro ad un alpeggio, superando la sbarra che ne blocca l'accesso agli autoveicoli.
Dopo circa 30-45 minuti di cammino, inizialmente in falso piano e poi in salita, si raggiungono, superato un tornante a destra, i resti di una casermetta situata sulla sinistra della strada: proseguire a questo punto verso il tornante successivo, in corrispondenza del quale si deve imboccare una diramazione a sinistra, poco evidente, che porta in breve all'Ingresso Artiglieria dell'opera sotterranea (prestare attenzione ai resti di filo spinato che si possono trovare nei prati circostanti). Se si vuole salire alla cupola dell'osservatorio, non accessibile dall'interno dell'opera, occorre proseguire lungo la strada principale fino alla sommità.
Itinerario a piedi
Richiede circa 3-3,5 ore di marcia.
Da Colla Melosa imboccare la mulattiera che parte in corrispondenza della prima curva della strada sterrata ex militare e che si ricongiunge a quest'ultima poco prima del Rifugio Monte Grai. Proseguire poi come per l'itinerario in auto. La visita interna dell'opera, nonostante sia stata spogliata di tutto il materiale trasportabile, risulta piuttosto interessante. Vista la notevole estensione dei locali sotterranei (la visita completa richiede almeno un'ora), si consiglia di non avventurarsi all'interno da soli e di munirsi di efficienti mezzi di illuminazione, prevedendo lampade e batterie di riserva. A causa della presenza di correnti d'aria relativamente forti, si consiglia inoltre di coprirsi adeguatamente anche nella bella stagione. Le condizioni di conservazione dei locali sono generalmente buone, fatta eccezione per l'Ingresso Artiglieria e per la prima casamatta della Batteria del Barcone, dai quali sono state asportate le travi metalliche del soffitto, e per le camerate dei due centri di resistenza, nelle quali è stato parzialmente staccato il rivestimento anti umidità. Prestare attenzione lungo le ripide rampe di scale che scendono ai Centri 35 bis e 35 (complessivamente 326 scalini!), che la frequente presenza di umidità può rendere scivolose, come pure nel corridoio in forte pendenza che le segue. Nel pavimento di quest'ultimo si trovano inoltre alcuni piccoli tombini privi di copertura nei quali è possibile inciampare.
Il ritorno dall'esterno passando dall'Ingresso Attivo del Centro 35, assolutamente da evitare in caso di non perfetta visibilità, è fortemente sconsigliato sia per la mancanza del sentiero che per la difficoltà del percorso. È decisamente preferibile ripercorrere l'itinerario interno di andata attraverso il corridoio di collegamento e le lunghe rampe di scale.
Servizi e prezzi del Rifugio Franco Allavena a Pigna