Cittadina della Puglia, in provincia di Lecce, con 3.707 abitanti a 15 m di altezza sull'Adriatico, presso il torrente Idro. Il territorio comunale, ampio 76,2 kmq, conta 5.500 abitanti (4.309 nel 1991).
Otranto si affaccia sull’omonimo canale che la separa dall’altra sponda adriatica per 70 km. Qui la penisola italiana tocca il suo estremo punto orientale raggiunto a Punta Palascìa (Capo d’Otranto) ove l’omonimo Faro si erge solitario guardiano del mare.
La città conta poco più di cinquemila abitanti e dista circa 40 km da Lecce il capoluogo della Provincia.
Il settore economico trainante è stato per decenni l’agricoltura affiancato in misura minore da quello della pesca. Il porto della città ha vissuto fasi alterne nella storia. Attualmente le sue attività sono incentrate intorno al turismo ed alla nautica da diporto mentre il traffico merci soffre a causa della vicinanza con lo scalo di Brindisi.
La città complici le bellezze artistiche, architettoniche ma anche e soprattutto naturali, sta vivendo un nuovo periodo di rigoglio economico legato allo sviluppo del settore turistico che ha negli ultimi anni ha contribuito al sorgere di numerose strutture ricettive e di tempo libero.
La Storia di Otranto
Le origini della città si perdono nella notte dei tempi. I primi insediamenti umani rinvenuti risalgono all’età del Bronzo. Poco fuori dalla città a Porto Badisco lungo la litoranea sud che porta a Santa Cesarea, sono stati rinvenuti all’interno di una grotta importanti pittogrammi risalenti al neolitico. Le pitture realizzate in ocra rossa e guaino di pipistrello, riprendono scene di vita quotidiana con numerosi riferimenti agli animali presenti e cacciati all’epoca quali il cervo (da qui la denominazione assunta dalla cavità in “Grotta dei Cervi”); ma la parte più interessante è sicuramente quella relative alle pitture a fondo religioso (celebre è la raffigurazione di uno sciamano) in quantità e modi tali da far ritenere a diversi studiosi che Grotta dei Cervi costituisse un vero e proprio santuario, un riferimento all’epoca per le popolazioni di quest’area del Mediterraneo (P. Graziosi). Sempre a Porto Badisco vuole la leggenda che sia approdato Enea l’eroe Virgiliano.
La città di Otranto assume un ruolo di primo piano in epoca Messapica allorquando la dodecapoli interna (insieme di dodici città indipendenti) utilizzerà il suo porto per gli scambi con le vicine città greche. Il popolo messapico fu tra i primi a popolare queste zone. Di origine incerta probabilmente legata all’area dell’Egeo, deve il suo nome alla conformazione del Salento (terra di mezzo = Messapìa). Si era costituito in varie città indipendenti, protette da alte mura (celebri le attuali Muro Leccese, Vaste, Ugento) con una lingua propria ancor oggi non decifrata, dedite in particolare all’allevamento ed addestramento dei cavalli, con un livello di civiltà piuttosto raffinato ben superiore a quella dei successivi dominatori Romani.
Otranto in epoca Romana assume una consistenza più definita. Diventa Municipio Romano e viene autorizzata a battere moneta. Già da ora comincerà il dualismo con Brindisi cui contenderà il ruolo di principale Porto di collegamento con l’Oriente.
Con la caduta dell’Impero Romano Otranto subirà al pari delle altre città gli attacchi e saccheggi dei nuovi popoli barbari. Ma la città entrerà da subito nella sfera dell’Impero Bizantino che ne fece la principale roccaforte da cui coordinare i possedimenti nella penisola. E le fortune di Otranto saranno proprio legate all’incrocio con la cultura orientale. Con l’avvio della seconda dominazione Bizantina, cominciata sul finire del primo millennio, Otranto vivrà uno dei periodi più floridi della sua storia e dal punto di vista economico che quello culturale. Intorno al suo porto si sviluppa un intenso commercio che vedrà molto attiva una consistente comunità ebraica. Da qui partirà Federico II per l’avvio di una tormentata Crociata. Boemondo d’Altavilla al ritorno proprio da una crociata in Terra Santa fondò il Monastero di San Nicola di Casole. Gestito da monaci Basiliani, quindi di rito Greco, il Monastero possedeva una delle più ricche biblioteche del continente. Era presente inoltre uno scriptorium per la copiatura dei testi greci e latini e soprattutto veniva offerta a chiunque la possibilità di consultare i testi con vitto ed alloggio gratuito. Una sorta di Università con annessa casa dello studente ancor prima che si sorgessero le Università di Bologna e di Napoli voluta quest’ultima da Federico II. Qui crebbe una cerchia di letterati che realizzava dei componimenti poetici ancor prima della scuola siciliana. L’Abate più famoso fu senza dubbio il Nettario che rivestì importanti ruoli diplomatici tra Roma e Bisanzio al tempo dello scisma d’Oriente.
Il Monastero di Casole venne messo a fuoco dai Turchi nel 1480, i monaci uccisi ed i testi bruciati; ma una parte delle opere è sopravvissuta grazie all’opera del Cardinale Bessarione che appassionato di lettere, passando da Casole alcuni anni prima del sacco della città, ne portò via una gran quantità. Oggi questi testi sono custoditi in molte biblioteche italiane ed europee.
Ma l’evento che più ha segnato la storia della città e senza dubbio la presa ad opera dei Turchi. Il sultano turco Maometto II all’età di 23 anni era riuscito nell’impresa di conquistare il millenario Impero Bizantino. Ma non pago alzò le proprie mire verso l’Italia con il sogno non tanto segreto di portare i propri cavalli a Roma, nella sede del Papato. Nella primavera del 1480, malgrado avesse truppe occupate in diverse operazioni militari, riuscì a radunare a Valona 18.000 uomini che al bordo di 150 navi salparono alla volta della città. L’operazione aveva il benestare della Repubblica della Serenissima interessata a distrarre il Re di Napoli dall’assedio che aveva in corso all’alleata Firenze. Le forze turche, al comando di Achmet Pascià, il 28 luglio dopo aver inutilmente chiesto la resa alla città, cominciarono l’assedio. Scaraventarono una quantità enorme di bombarde sulla città e dopo due settimane l’artiglieria Turca riuscì ad aprirsi un varco ed entrare a Otranto. Qui compì crudeltà indicibili; secondo alcuni narratori dell’epoca le vie del borgo erano coperte da cadaveri e ovunque scorreva il sangue dei cittadini. Alcuni Otrantini cercarono rifugio nella Cattedrale ove l’anziano Arcivescovo Stefano Pendinelli si apprestò a celebrare la messa. L’esercito Turco buttò giù la porta della Cattedrale e dopo aver continuato con i massacri tra la folla, si avvicinò all’arcivescovo e gli troncò la testa con un colpo di spada. Ma Achmet Pascià ancora non fu pago del sangue fatto versare. Il 14 agosto fece portare sul Colle della Minerva 800 cittadini maschi adulti sopravissuti. Chiese loro la conversione all’Islam pena la morte. Ma unanimemente gli 800 rifiutarono l’apostasia e preferirono la morte per decapitazione a colpi di scimitarra piuttosto che rinnegare la fede Cristiana.
I fatti di Otranto provocarono profonda preoccupazione nel Papa che sollecitò i principi Italiani a coalizzarsi e liberare la città. L’esercito si organizzò al comando del duca Alfonso d’Aragona a cui parteciparono tutti gli Stati italiani ad eccezione di Venezia. Gli eventi si volsero inaspettatamente a favore. Infatti Maometto II morì improvvisamente ed il progetto di conquista italica fu accantonato. Non solo, in Turchia scoppiò anche la guerra civile tra i figli del sultano per la successione al trono. Così l’esercito cristiano ebbe vita facile e riuscì ad entrare a Otranto senza incontrare grosse resistenze.
Gli Aragonesi liberata la città misero subito mano al sistema difensivo della città, potenziandolo attraverso la costruzione di nuove poderose mura ed erigendo un nuovo Castello.
Monumenti di Otranto
Tra gli elementi architettonici di rilievo è da menzionare la Cattedrale della città. Costruita nel 1088 sopra una preesistente cripta del primo medioevo, la cattedrale sorge sulla linea che unisce Roma con Bisanzio a testimonianza del ruolo di ponte assunto dalla città in quel periodo. Ha tre navate, con una copertura a cassettonato ligneo aggiunto nel seicento. Di rilievo è il portale barocco ed il rosone rinascimentale. Nella cripta posta al termine della navata di sinistra sono custoditi i resti degli 800 martiri e la pietra del martirio dove impattava la spada del boia turco.
Ma l’elemento di pregio è il mosaico pavimentale che si sviluppa per tutta la cattedrale. L’opera musiva una delle imponenti d’Europa, fu incellata dal Monaco proveniente dal vicino Monastero di San Nicola di Casole, Pantaleone tra il 1163 ed 1165 commissionato dall’Arcivescovo Gionata. Riprende un gigantesco albero della vita sui si intrecciano varie figure bibliche e laiche come Re Artù e i segni dello zodiaco. Vi sono anche riferimenti all’inferno Dantesco due secoli prima che il divin Poeta scrivesse la sua celeberrima opera. Qualcuno ipotizza che Dante sia stato qui di passaggio e vi abbia trovato parte dell’ispirazione per la propria opera.
Di notevole interesse è anche la cripta di San Pietro che sorge in pieno centro storico. La Chiesa è una delle opere bizantine più interessanti dell’Italiameridionale. Risalente all’VIII secolo risulta realizzata su una pianta a croce greca e presenta all’interno tutte le pareti affrescate.
Sul colle della Minerva sorge una chiesa a memoria del sacrificio degli 800 martiri. Il nome deriva presumibilmente da un tempio dedicato alla dea Minera appunto. Il Castello della città ha dato l’ispirazione a Sir. Horace Walpole a scrivere nel settecento l’omonimo romanzo ritenuto il primo romanzo Gotico. Il Castello di Otranto, costruito come detto, dagli Angioini dopo la liberazione dai turchi, presenta un profondo fossato, e tre torri circolari. Gli Angioini inoltre, su progetto dell’esperto in architettura militare, l’urbinate Ciro Ciri, realizzarono una prosecuzione del castello a punta di diamante che si protende verso il mare e che consente la minor esposizione verso possibili bombardamenti.
Il borgo medioevale della città è completamente intatto e conserva un fascino molto particolare. E’ un intrecciarsi di vicoli e stradine da cui aprono piazzette e balconi suggestivi. Le sue peculiarità gli hanno permesso di entrare tra i cento borghi più belli d’Italia.
Nei dintorni di Otranto merita un cenno Giurdignano detto il “giardino Megalitico d’Europa”. Qui sono presenti infatti ben 14 menhir e 7 dolmen. Particolarmente interessante è il menhir San Paolo ove al monumento pagano si incrociano riferimenti cristiani con la Madonna e San Paolo e quelli legati al rito della taranta.
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Canale d'Otranto.
Tratto di mare tra la costa pugliese e quella albanese, largo circa 70 km con una profondità massima di 1100 m. Mette in comunicazione il Mar Adriatico con lo Ionio.
Durante la prima guerra mondiale si procedette al suo sbarramento, con reti in profondità e protezione di forze navali alleate, per bloccare nel Mar Adriatico la flotta austriaca.
Capo d'Otranto.
Lembo più orientale della penisola italiana situato in Puglia a poca distanza dal centro omonimo verso SE. Le coordinate sono: 40'7' lat. N e 18'31'13" long. E Gr.
INFORMAZIONI UTILI:
STATO :
Italia
REGIONE :
Puglia
ALTITUDINE :
15 m s.l.m.
SUPERFICIE :
76,2 kmq
ABITANTI :
5.500
FRAZIONI :
Nessuna
COMUNI CONTIGUI:
Palmariggi, Cannole, Santa Cesarea Terme, Carpignano Salentino, Melendugno, Uggiano la Chiesa, Giurdignano
CAP :
73028
PREFISSO TEL.
0836
NOME ABITANTI :
Idruntini o Otrantini
FESTA PATRONALE:
14 Agosto
SANTO PATRONO :
Beati Martiri Idruntini
FESTE E SAGRE:
-Tutto l'anno: Mostra permanente di Arte Sacra
-Agosto: Festa patronale dei Beati Martiri Idruntini. Celebrazioni religiose e civili
-Settembre: Festa e fiera Madonna dell' Altomare
-Aprile: Fiera di S.Giorgio
-Giugno: Festa di S.Antonio
-Settembre: Festa dell’uva
-Giugno: Sagra nel centro storico
-Luglio: Mostra dell'artigianato della terra d'Otranto
-Agosto: Festival internazionale del balletto.
-Agosto: Festa dei SS. Martiri
-Maggio: Fiera di "San Francesco da Paola" (merci varie)
-Agosto: Sagra del riccio