Parchi Naturali Abruzzesi


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Abruzzi

I parchi naturali e la natura in Abruzzo

I tre parchi nazionali abruzzesi, ossia Il parco nazionale dell'Abruzzo, il Gran Sasso ed il Maiella, coprono praticamente il 30% della superficie della Regione.

Esistono poi altre riserve e luoghi di interesse naturalistico che rendono l'Abruzzo la regione italiana maggiormente attenta alla tutela del proprio territorio.

Il parco naturale del Sirente-Velino.
Il parco naturale Sirente-Velino si dispone su un'area di quasi 60.000 ettari, nel settore appenninico centrooccidentale della regione, con due imponenti sistemi montuosi del Sirente a sudest, che culmina a 2.349 metri, e del Velino (2.487 m) a sudovest, raccordati da una serie di altipiani carsici che si estendono anche a nord (piano di Campo Felice, piana di Pezza, piano delle Rocche, prati del Sirente e i piani di Canale). Ad est il parco è solcato dalla media valle dell' Aterno, ricca di accoglienti borghi medioevali custodi di monumenti, di opere d'arte e di siti archeologici.

Le antiche glaciazioni hanno lasciato tracce importanti, come una decina di circhi con specchi lacustri. Tra questi, ricordiamo il Laghetto presso Ovindoli. I corsi d'acqua, ad eccezione del fiume Aterno, sono alimentati da sorgenti carsiche: sul versante settentrionale verso L'Aquila l'inghiottitoio di Terranera riceve le acque di scorrimento dell'altopiano della Rocca di Mezzo, che riemergono nella grotta di Stiffe (visitabile) a una distanza di quasi tre chilometri.

Le Pagliare di Tione degli Abruzzi rappresentano Il ricordo della transumanza ossia i ricoveri estivi dei pastori. La vegetazione è dominata dalla presenza di grandi boschi di faggio, che sulle pendici del Sirente da Rovere a Gagliano Aterno si sviluppano per 12 chilometri di lunghezza e in diverse altre zone (Anatella, prati del Sirente, Capo Pezza) vantano esemplari plurisecolari. Altri boschi pregiati sono il querceto misto che segue l'intero corso dell'Aterno, le betulle del Velino ed estensioni di cerro, roverella e orniello; nelle Gole del Celano le pinete di pino nero di Villetta Barrea sono di rimboschimento.

Diversificata è la flora, a causa dei diversi ambienti del parco, con una prevalenza di piante di specie di origine nordica (37%) e orientale (36%), con numerosi endemismi, quali il Taraxacum apenninicum, la Campanula cavolinii, la Viola eugeniae. Fra le specie più comuni si ricorda il narciso, che nella tarda primavera ricopre con un candido tappeto l'altopiano delle Rocche.

La fauna è quella tipica dell'Appennino abruzzese, con lupo, cinghiale, gatto selvatico (nel vallone di Teve), istrice e sporadica presenza di orso bruno marsicano. Gli uccelli rapaci sono rappresentati da aquila reale, sparviero, falco lanario e grifone (reintrodotto nella Riserva del Velino assieme al corvo imperiale). Frequente la vipera dell'Orsini. È prevista l'immissione di cervi, caprioli, camosci e linci. Ai confini sudorientali del parco, il tratto dell'Aterno compreso fra Molina Aterno e Raiano, per un'area di 1.000 ettari, costituisce la Riserva delle Gole di San Venanzio, scavate dal fiume nelle formazioni calcaree sotto forma di uno spettacolare canyon, sulle cui pareti fioriscono pianticelle rare, come l'Ephedra nebrodensis, e nidificano l'aquila reale e il falco pellegrino. L'aspro territorio circostante è frequentato dal lupo.

Più a sud, presso Anversa degli Abruzzi, la Riserva delle Gole del Sagittario (360 ettari) ripete un analogo scenario selvaggio, costruito nei millenni dallo scorrere impetuoso del fiume fra due alte pareti calcaree (oggi il Sagittario è imbrigliato in una diga); ad eccezione del camoscio, in questo piccolo spazio è presente tutta la fauna appenninica di mammiferi e uccelli, mentre la flora può vantare diversi endemismi, il più raro dei quali è il fiordaliso del Sagittario (Centaurea scannensis).

Fanno parte della riserva anche le sorgenti di Cavuto, sulle cui rive nidificano la ballerina gialla e il merlo acquaiolo. Nel corridoio non protetto formato dai confini dei parchi nazionali d'Abruzzo e della Maiella è stata molto opportunamente creata la Riserva del monte Genzana e dell'alto Gizio, nel territorio del comune di Pettorano sul Gizio, a sud di Sulmona, lungo la valle che la collega al piano delle Cinque Miglia. Questa riserva, estesa per 3.164 ettari, culmina nei 2.170 metri del calcareo monte Genzana, interessato da fenomeni carsici, ed è formata per il resto da una serie di rilievi e da valli tettoniche scavate dai torrenti, dalla morfologia più morbida. La posizione favorisce la frequentazione di molti animali (fra cui l'orso e il lupo), mentre sul Genzana vivono il gracchio corallino e la coturnice.