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Città di Catania



Catania

Catania Città e provincia

Città della Sicilia, capoluogo di provincia con 395.351 abitanti situata alle falde meridionali dell'Etna a Nord di un ampia insenatura costiera (golfo di Catania), che si apre sullo Ionio. Il suo clima è tipicamente mediterraneo con una temperatura media annua di 18,4°C e scarse piogge (meno di 500 mm).

E' importante mercato agricolo e centro industriale (molini, pastifici, stabilimenti enologici, manifatture di tabacchi, raffinerie di zolfo, ecc.). Capolinea delle ferrovie per Palermo e per Messina, ha anche un importante aeroporto nazionale e internazionale; per intensità di traffico il suo porto è il secondo della Sicilia dopo quello di Palermo.

Il territorio comunale, ampio 180,8 kmq e con 363.928 abitanti (400.048 nel 1991), quasi del tutto pianeggiante (Piana di Catania), fornisce soprattutto cereali, agrumi, uva, olio, frutta, ortaggi e tabacco; intenso è anche l'allevamento del bestiame.

Storia. Di origine sicula, (latino Catino, o Catana), fu colonizzata dai Calcidesi di Nasso nella seconda metà del sec. VII a. C. Celebre fu il suo arcaico legislatore Caronda; chiamata Etna da Gerone di Siracusa che la sottopose alla propria egemonia, tornò ai Calcidesi nel 461 riacquistando l'antico nome.



I Romani la conquistarono nel 263; Ottaviano ne fece una colonia romana. Durante il Medio Evo subì la dominazione degli Ostrogoti (Totila se ne impadronì nel 550) per poi passare, insieme a tutta la Sicilia, sotto i Bizantini, assoggettata ai quali rimase fino alla dominazione araba (sec. IX).

Fiorì sotto la dominazione normanna, ma gli Svevi la saccheggiarono nel 1197 e nel 1232 per punirla della sua opposizione. Nel 1409 passò con tutta la Sicilia all'Aragona. Nel 1434 vi fu fondata l'università. Prese parte alla rivolta contrò Ugo de Moncada (1516) e ai tumulti antispagnoli del 1647 contro l'eccessiva fiscalità. Dopo il terremoto del 1693 ebbe un forte sviluppò commerciale. Nel 1801 vi scoppiò una rivolta sotto la spinta delle idee rivoluzionarie francesi. Fermenti di indipendenza contro i Borboni si manifestarono nel moto insurrezionale del 1837, che fu prontamente represso dal Del Carretto.

Per essere stata la prima città siciliana a ribellarsi nel 1848, fu duramente punita, nel 1849, dal generale Filangieri; nel maggio 1860 accolse trionfalmente i garibaldini della colonna Carini. Nel corso della seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco degli Alleati, i Tedeschi, pur difendendola accanitamente, furono costretti ad evacuarla (5 ago 1943) per sottrarsi alla manovra aggirante delle forze anglo-americane.

Urbanistica e Monumenti. La città moderna conserva in generale la planimetria a tracciato triangolare che fu progettata dal Vaccarini per la sua sistemazione urbanistica dopo il terremoto del 1693. Conserva una necropoli calcidese e sull' acropoli della città arcaica furono ritrovate numerose terrecotte figurate e ceramiche (secc. VII-III a. C.). Notevoli i resti del foro, del teatro, dell'anfiteatro romano e delle terme situate sotto la chiesa di Santa Maria della Rotonda. Dei secc. V-VI d. C. è la basilichetta; dei secc. VIII-IX la chiesa di San Salvatore distrutta dal terremoto, ricostruita su progetto del Lanza, del Camastra, del Vaccarini e danneggiata durante l'ultima guerra.

Tra gli altri monumenti, si ricordano il castello Ursino, tipico esempio di architettura federiciana, trasformato in seguito; il duomo, basilica a tre navate originaria del sec. XI, ricostruita nel secolo successivo e nel 1736 dal Vaccarini: nell'interno notevoli le cappelle normanne della Madonna e del Crocifisso con portali cinquecenteschi di G. Mazzola, la cappella di Sant'Agata con sculture quattrocentesche di A. Freri.

Del 1500 sono l'ex convento di San Niccolò, in seguito rimaneggiato, con due cortili, la chiesa di San Niccolò di F. Battaglia e quella di Santa Maria del Gesù (rifatta nel 1700) con la cappella Paternò, nota per la decorazione scultorea di A. Cagini.

L'architettura barocca ebbe grande impulso (giustificato dalla ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693) e vi domina l'impronta del palermitano G. B. Vaccarini, che importò da Roma le forme borrominiane, ravvivando con nuovi motivi la tradizione locale dell' Amato. Tra le sue opere più notevoli, si ricordano il municipio (1741), il palazzo S. Giuliano (1775), il cortile dell'università, la chiesa di Santa Chiara, quella di San Giuliàno e di Santa Agata, la fontana dell'Elefante.

Altri monumenti barocchi sono il palazzo Biscari dell' Amato e la chiesa di San Benedetto con affreschi del Tuccari (1726). Il teatro Bellini è del 1873-90, opera di A. Scala; il monumento a Bellini (1882) è di G. Monteverde. Notevoli i quartieri moderni.

Il museo è allestito nel castello Ursino e conserva importante materiale archeologico, medievale e moderno; fra l'altro vi si trova il famoso medagliere con le antiche monete siciliane.

Provincia di Catania. Ampia 3552 kmq e con 938.273 abitanti (2005), è divisa amministrativamente in 55 comuni dei quali 2 con popolazione superiore ai 40 mila abitanti (Acireale e Paternò), 4 con popolazione superiore a 20 mila abitanti, 10 con popolazione superiore a 10 mila abitanti e 38 con popolazione inferiore a 10 mila abitanti.

Il suo territorio, fertilissimo, comprende tutta la parte merid. della Valle Demone, la massa vulcanica dell'Etna e la piana omonima. Nella parte più settentrionale del golfo di Catania sono i Faraglioni o Scogli dei Ciclopi, rupi di origine basaltica, che secondo la leggenda pagana furono scagliate da Polifemo accecato contro Ulisse.

L'economia della provincia è prevalentemente agricola; importanti le sorgenti minerali di Acireale. Fra le altre attività caratteristiche, si ricordano quelle della ceramica e del sughero a Caltagirone, delle segherie a Linguaglossa e del turismo a Randazzo, capolinea di uno degli itinerari più frequentati dagli escursionisti diretti sull'Etna.

Piana di Catania. Pianura (432 kmq) della Sicilia di origine alluvionale, interessata dal fiume Simeto e dai suoi affluenti Dittaino e Gornalunga e compresa tra l'Etna a Nord e gli Iblei a Sud.

Nota sin dall'antichità per la sua fertilità, successivamente, a causa di numerose inondazioni, divenne paludosa e malarica. I lavori di bonifica, iniziati nel sec. XVIII, continuano ancora oggi su basi più razionali; la grande proprietà va lentamente frazionandosi e le colture vanno sostituendosi sempre più estesamente al pascolo. Vite, molto diffusa, tabacco, ortaggi e cereali.