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Comune di Bologna, cultura e monumenti, il turismo bolognese

Città dell'Emilia-Romagna, capoluogo di provincia e di regione, con 483.946 abitanti, situata a 55 metri di altezza tra il torrente Savena e il fiume Reno in una pianura assai fertile, a ridosso di un gruppo di colline, ultime propaggini dell' Appennino Emiliano. Nella pianta della città sono facilmente identificabili le tre fasi del successivo ingrandimento dell'abitato: il centro romano, che occupa il cuore della città, a insulae rettangolari; le costruzioni medievali, che si sviluppano con strade a raggiera intorno al nucleo più antico; le abitazioni moderne, che in parte si allungano nelle due direzioni della Via Emilia e in parte si adagiano sui dolci pendii dei rilievi collinari. La cinta muraria che delimitava il nucleo più antico venne tra il 1327 e il 1390 sostituita da un'altra più ampia, in gran parte abbattuta all'inizio di questo secolo; il suo antico tracciato corrisponde oggi ai viali di circonvallazione. La città moderna ha strade che si tagliano ad angolo retto, salvo nei quartieri più alti.

Assai sviluppate le industrie, fra cui prevalgono le alimentari (pastifici, zuccherifici, conservifici, distillerie, ecc.), seguite dalle industrie chimiche, meccaniche, tessili, conciarie, dei colori, ecc.

La posizione geografica di ha contribuito a fame il ganglio stradale e ferroviario più importante d'Italia: da essa infatti si irradiano strade per Firenze, Roma, Torino, Milano, Verona, Venezia, Bari, ecc. A Borgo Panigale esiste anche un ben attrezzato aeroporto.

Nel territorio comunale, ampio 141 kmq e con 444.872 abitanti (490.528 nel 1991), hanno notevole sviluppo l'agricoltura (cereali, canapa, uva, barbabietola da zucchero, ecc.) e l'allevamento del bestiame.

Arte. Dell' epoca preistorica resta una necropoli dell' età del ferro con materiale di civiltà villanoviana (secc. IX-VI a. C.) e della fase «Certosa» (secc. VIIV a. C.). Di età storica, si conservano steli funerarie etrusche scolpite, vasi greci, ecc. L'acquedotto augusteo è tuttora in uso. L'architettura romanica è legata alla vicina Lombardia ed è rappresentata dal complesso di San Stefano, dove si arricchisce di elementi sincretistici. Notevole anche l'architettura civile rappresentata dalle numerose torri, in gran parte distrutte, e di cui le più note sono quelle dei Garisendi e degli Asinelli. Il Gotico, introdotto dai domenicani e dai francescani, che costruirono le loro chiese entro le mura della città, presenta un aspetto particolare e di carattere italiano, in quanto il verticalismo d'origine francese viene frenato e innestato su formule romaniche.

Tipico il San Francesco, con cappelle radiali alla francese; nell'interno notevoli sull'altare maggiore un'ancona marmorea di P. Paolo e Jacobello delle Masegne (1388-92) e il sepolcro di Alessandro V di N. Lamberti e Sperandio Mantovano (1424-87). San Domenico, trasformata nel 1600, conserva l'interno barocco, dove sono i crocifissi di Giunta Pisano (secolo XII); l'arca di San Domenico di N. Pisano (1265) e bottega con angeli di N. dell' Arca (1472) e Michelangelo (1495), una pala di Filippino Lippi; notevoli ancora la cappella Ghislardi del Peruzzi (1530) e gli affreschi di G. Reni, L. Carracci, ecc., Santa Maria dei Servi, del secolo XIV, modificata in seguito, che conserva un crocifisso di Cimabue, affreschi del Tibaldi e di G. Reni, opere di fiume Albani. San Petronio (iniziato alla fine '400 e rimasto incompiuto) denuncia influenze toscane, proprie al tardogotico bolognese.



Il portale maggiore della facciata è decorato dai bassorilievi di I. della Quercia; nell'interno gotico, opere di A. Aspertini, I. Sansovino, Parmigianino, L. Costa, ecc. L'edilizia civile gode di una particolare fioritura; notevoli le casetorri, il palazzo del podestà (secolo XIII, ricostruito in seguito), il complesso palazzo comunale (secolo XIII, con aggiunte varie posteriori) con portale di G. Alessi e P. Tibaldi (1555 c.) e cortili del '500.

L'arte bolognese del '400 si orienta verso quella toscana contemporanea, e mentrc la scultura non arriva ad acquistare una personale fisionomia locale (l'intervento di I. della Quercia rimane isolato) fino alla comparsa di Nord dell'Arca, e la pittura esaurisce la persistente tradizione locale trecentesca, sopraffatta dalla fondamentale scuola ferrarese del '400, l'architettura civile consegue un carattere proprio, che per una maggiore imponenza di costruzioni si distingue da quella toscana: palazzo Isolani di Pagno, di impronta donatelliana; palazzo Bevilacqua (1479), che nel bugnato esterno e nella severità di linee denuncia la cultura natale del ferrarese B. Rossetti; i tre palazzi Fava (1300, 1400, 1500, con affreschi dei Carracci e dell'Albani), arricchiti dal cromatismo degli ornati in cotto; la Loggia della Mercanzia (fine secolo XIV), tipica del genere, la cui nascita è giustificata dal nuovo incremento dei commerci, ingentilita da elementi pittorici d'influsso veneziano.

La chiesa di San Giovanni in Monte, romanica, ricostruita nel '400, ha la lunetta del portale decorata da Nord dell'Arca (1480) e conserva all'interno opere di L. Costa. Nel '500 l'architettura civile, per l'impronta del caposcuola locale San Sedio, allievò del Peruzzi, presenta evidenti inljuenze romane: notevoli palazzo Fantuzzi (1517-32) di San Sedio, palazzo Salem (1577) di P. Tibaldi con affreschi dei Carracci, palazzo dei Banchi (1568) del Vignola, palazzo Magnani (1587) di T. Tibaldi, villa Guastavillani (1575) di O. Mascherino con affreschi del Procaccini; e molti altri.

Notevole nell' architettura religiosa il complesso di San Michele in Bosco (secolo XVI), noto soprattutto per la decorazione del chiostro a opera dei Carracci, purtroppo andata perduta.

La scultura locale risente del manierismo fiorentino con il Tribolo (porte laterali di San Petronio) e presenta rielaborazioni classiche nella Fontana di Nettuno (1563) del Giambologna. La pittura, dopo il letargo quattrocentesco, si risveglia con il michelangiolismo di P. Tibaldi negli affreschi dell' Archiginnasio e del palazzo Poggi.

In età barocca, mentre l'architettura non ebbe sviluppi importanti (qualche vivo spunto nell' architettura teatrale con cui Bologna partecipa alla formazione del Rococò europeo), e la scultura languì (mentre il bolognese Algardi opera a Roma), le scuole pittoriche bolognesi con il naturalismo di Annibale Carracci, il classicismo di Guido Reni e del Domenichino, l'anticlassicismo di Ludovico Carracci e del Guercino, ebbero una parte di primo piano nel Barocco europeo: si ricordano San Bartolomeo, con opere di fiume Albani e G. Reni, San Pietro, con cripta romanica e opere di L. Carracci, Santa Maria della Vita (1690), ellittica, che conserva il gruppo in terracotta della Pietà di N. dell' Arca. San Salvatore (1623), con opere di Vitale da Garofalo e altri, il santuario della Madonna di San Luca (1723-57), ellittico, di rigore compositivo che prelude al Neoclassicismo, cbn opere di G. Reni, Guercino, ecc., il teatro comunale di A. Bibbiena (1756), in seguito rimaneggiato.

Neoclassici il palazzo Ercolani e villa Aldini. Sono ancora da ricordare lo stadio, notevole opera moderna (1936), e il monumento ai Partigiani del Bocconi.

Musei. Pinacoteca nazionale, un museo civico (importante materiale villanoviano, etrusco, romano, ecc.), collezione comunale d'arte nel palazzo comunale, galleria d'arte moderna nella villa delle Rose con opere di artisti italiani del '900, musei di San Petronio e di San Stefano, museo della basilica di San Domenico.

Provincia di Bologna. Ampia 3702 kmq e con 918.844 abitanti nel 2005 e 836.971 nel 1990, è divisa amministrativamente in 60 comuni, dei quali uno con popolazione superiore a 50.000 abitanti (Imola, 57.224 abitanti), tre con popolazione superiore a 20.000 abitanti (Casalecchio di Reno, 36.674 abitanti; San Lazzaro di Savena, 23.717 abitanti; San Giovanni in Persiceto, 22.182 abitanti) e otto con popolazione tra 10 e 20 mila abitanti (Budrio, Castel Maggiore, Castel San Pietro, Crevalcore, Medicina, Minerbio, Sasso Marconi, Zola Predosa).

Il territorio della provincia è distinto nettamente in due parti dal tracciato della via Emilia: a Sudovest la regione collinosa e montagnosa, che include anche un tratto del versante adriatico dell'Appennino; a Nordest la regione di pianura, irrigata da numerosi fiumi (Reno, Suviana, Sillaro, Santerno, ecc.). Il clima è di tipo continentale con precipitazioni abbondanti (800-1000 mm, in media, l'anno).

Attività prevalenti sono l'industria e l'agricoltura, che fornisce soprattutto frumento e mais e, nei comprensori di bonifica, anche riso. Notevole la produzione di barbabietola da zucchero, canapa, frutta (Imola, Vignola, Galliera), uva (regione collinosa), ortaggi e foraggi. Intenso anche l'allevamento del bestiame; boschi e castagneti sono diffusi nella regione montagnosa. Povero il sottosuolo, da cui si traggono solo materiali per l'edilizia: gesso, arenaria, pietra da calce e argilla per l'industria dei laterizi; a Porretta Terme sono sorgenti termali clorurato-sodiche e solforose. Fra le industrie, prevalgono quelle alimentari (zuccherifici, pastifici, conservifici, fattorie vinicole, ecc.), le tessili (canapifici), le meccaniche, le chimiche, ecc.

Denso il reticolato delle strade provinciali e delle ferrovie; i vari comuni sono facilmente collegati al capoluogo, e quindi a tutti i centri della pianura padana e dell'Italia centro attraverso i facili valichi appenninici.