Dato che il
lavoro dei campi in estate non concedeva
pause, fino a qualche decennio fa ci si
sposava solo d'inverno. Gli amori nati sui campi durante il lavoro estivo si
concludevano con le nozze collettive,
quando il freddo imponeva una sosta forzata
dei lavori agricoli.
Ai giorni nostri questi
riti di gruppo sono ricordati nelle feste
popolari. Con danze, presepi
viventi, carnevali. Composto da 20 o 30 slitte tirate da
cavalli ornati da nastri colorati, il corteo nuziale,
si apre con gli sposi.
Gli invitati chiamati "marenner",
e cioè "mangiamerenda" seguono il corteo.
Tutti indossano i costumi tradizionali:
la sposa indossa un copricapo verde con una
corona di mirto, mentre lo sposo porta
un grande garofano rosso. Le donne
sposate portano la treccia raccolta dietro
la nuca, mentre le nubili la tengono
legata sul capo.
A Romeno, paesino nell'alta val di
Non viene rappresentato il presepe vivente dai pochi abitanti del luogo (meno di un migliaio). Per tutto l'anno i
paesani preparano i
costumi, come quelli delle statuine di
terracotta. Il presepe si svolge come una
grande recita all'aperto circondati dal suggestivo paesaggio. Gli abitanti impersonano pastori, contadini,
falegnami.
Tutti vanno verso la capanna,
portando doni, seguendo una grande stella
cometa (un pallone pilotato
a distanza) che attraversa la valle e
si posa sulla capanna. Il coro intona
canti natalizi, e si accendono i fuochi dei
pastori.
Arco Ad Arco l'arciduca
Alberto d'Asburgo, instaurò la residenza
invernale per sé e tutta la sua
corte. Durante il Carnevale vengono rievocate le
feste del tempo e viene proposto ogni anno un
calendario ricco di eventi: dal concerto
dell' operetta che ha luogo nel Salone
delle Feste del Casinò alla presenza
dei figuranti con i costumi della corte
asburgica, alle sfilate dei carri
allegorici, alle carrozze d'epoca che permettono di visitare per intero la città.
I festeggiamenti si concludono col Gran
Galà Asburgico con musiche viennesi
e gnocchi per tutti.