Città della Calabria. capoluogo di
regione e di provincia con 52.054 abitanti, sita in
amena posizione a 320 m di altezza sul monte
Trivona, dominante la depressione
di Marcellinara, a c. 9 km dalla
costa dello Ionio. Il clima
è di tipo temperato fresco; la
temperatura media invernale è di 9°C e
quella estiva di 22°C, mentre le
precipitazioni si aggirano intorno alla
media di 950 mm l'anno. La città, che si
sviluppa per oltre 2 km lungo il crinale
montagnoso, essendo le sue pendici in
più punti erte e dirupate, non
presenta monumenti di particolare valore
artistico, poiché, oltre a essere di
origine piuttosto recente, è stata in
gran parte ricostruita per terremoti e
dopo l'ultima guerra mondiale.
E' mercato agricolo e centro di industrie
alimentari (molini, pastifici, oleifici,
stabilimenti enologici) ed è collegata
con ferrovia a Catanzaro Lido,
sulla linea Taranto-Reggio di
Calabria, e a San Eufemia Lamezia,
sulla linea Napoli-Reggio di Calabria.
Il territorio comunale, ampio 111,3 kmq e
con 74.037 abitanti (86.284 abitanti nel 1991),
abbastanza fertile, fornisce cereali,
legumi, uva, olive, frutta, ecc. Intenso
anche l'allevamento del bestiame; la
bachicoltura, un tempo fiorente, ha perso
molto della sua antica importanza.
Storia. Fondata in epoca
bizantina, forse nel 963 sotto Niceforo
Foca, come posto di difesa contro i
Saraceni, fu rafforzata dal Guiscardo
(1055 -59), divenne contea, centro
dell'industria serica e sede
vescovile. Infeudata successivamente
ai Loritello, Ruffo, Carafa Est Soriano,
nel 1528 resistette per quattro mesi
all'assedio del Lautrec, meritando da
Carlo V l'appellativo di «magnifica Est fedelissima». Nel 1598 fu centro
della congiura del Campanella Est del De
RinaldiSan
Dominio demaniale dei Borboni, partecipò
ai moti del 1799, fu occupata dal cardo
Ruffo; ottenne privilegi dal Murat, che
la fece sede di facoltà universitarie nel 1811; prevalse, contro Monteleone,
nella designazione di capoluogo di Calabria
Ultra II. Centro di moti nel
1820-21, nel 1835 delle cospirazioni
animate da Luigi Settembrini e nel
1848-49.
Urbanistica e Monumenti. Conserva i resti romanici della cappella
di San Omobono (sec. XIII), mentre la chiesa e l'oratorio annesso di San
Domenico, con importanti stucchi e
intagli barocchi, risalgono alla fine del
'500. E' barocca la facciata della chiesa dell'Immacolata, mentre
il teatro comunale è di stile
neoclassico.
Nel museo provinciale notevole
raccolta archeologica Est ricca pinacoteca.
Provincia di Catanzaro. Ampia 5.247 kmq e con 741.509 abitanti
(718.069 nel 1991), è divisa
amministrativamente in 157 comuni,
dei quali i più popolosi sono Lamezia
Terme (56.018 abitanti nel 1971), Cutro (14.806 abitanti), Petilia Policastro (10.935 abitanti), Cirò Marina (10.369 abitanti), Isola di Capo Rizzuto (10.247 abitanti nel 2005), mentre tutti gli
altri comuni hanno popolazione inferiore
ai 10.000 abitanti.
Il territorio essenzialmente montuoso,
comprende a Nord la Piccola Sila e
la fascia collinare del Marchesato e a Sud la catena della Serra e il Promontorio del Poro, collegati
fra loro al centro da un istmo collinoso,
a O del quale si stende la piana di
San Eufemia Lamezia. Oltre il 95%
della superficie territoriale è
coltivato (cereali, agrumi, viti, ulivi,
ecc.) e ricoperto da foreste.
Importante centro industriale e portuale Catanzaro (ind. chimiche e metallurgiche), che
utilizza l'energia idroelettrica di
produzione locale (Sila) e
sfrutta la sua ottima posizione sullo Ionio;
altro porto è Lamezia Terme sul
Tirreno.